MATILDE E IL FANTASMA
Matilde stava trascorrendo, come al solito, le vacanze estive alla fattoria Goldwin, in compagnia della nonna Adele; i genitori erano in città a lavorare e la raggiungevano solo durante i fine settimana.
Quest'anno però c'era una novità: la cugina Marianna, che solitamente condivideva con lei i mesi estivi in fattoria, era andata al mare con amici, lasciandola così sola con la nonna.
Matilde amava la campagna, ma la vita in fattoria, specie senza la cugina, era molto faticosa: durante l'estate infatti la nonna lasciava libero il fattore e si faceva aiutare dalle sue nipotine.
Le giornate iniziavano all'alba, una robusta colazione e via nel pollaio a dar da mangiare alle galline - e a prendere le uova - poi nella stalla ad accudire le mucche e alle scuderie per strigliare i cavalli, poi nell'orto a raccogliere le verdure fresche.
Queste mattinate intense si concludevano però con un pranzo degno di un re: la nonna era un'abile cuoca e con i prodotti della sua fattoria preparava delle vere prelibatezze.
Il pomeriggio, invece, era dedicato al divertimento; Matilde preparava il fidato cavallo Haron - era una provetta cavallerizza - e correva alla fattoria vicina, dove c'era ad attenderla il suo amico di infanzia Giulio.
Insieme cavalcavano fra le colline, andavano a pescare e a fare il bagno nel laghetto della fattoria Zanni, raggiungevano il paese per fare la spesa e per incontrare gli altri ragazzi; al tramonto però Matilde doveva essere tassativamente a casa, nonna Adele era inflessibile e non sopportava di dover aspettare per la cena.
Altro ottimo pasto, due chiacchiere con la nonna - alla fattoria infatti non c'era il televisore - e poi a letto.
Quando Matilde raggiungeva la sua camera e si coricava nel letto era molto stanca, tuttavia veniva sempre presa da una certa inquietudine, amplificata questa volta dalla mancanza in stanza di sua cugina; forse il buio così intenso, il silenzio della campagna tutto intorno oppure, più probabile, quella strana sensazione che di notte qualcuno si aggirasse per la casa.
Matilde non credeva ai fantasmi, ma quei rumori di stoviglie dalla cucina e quegli scricchiolii sui pavimenti di legno non sembravano lasciare molti dubbi.
Dopo alcune notti insonni, mentre era in attesa della colazione, Matilde disse scherzosamente alla nonna Adele: "Nonna, ho la sensazione che in questa casa ci siano i fantasmi!".
La nonna fece una risatina mentre si avvicinava alla ragazzina con la pentola del latte caldo: "E tu come te ne saresti accorta?".
La reazione della nonna spiazzò Matilde, lei si sarebbe aspettata una risposta del tipo: "Ma cosa dici?!" oppure "In questa casa non ci sono mai stati fantasmi" oppure ancora "Hai deciso di farmi venire una paura del diavolo?!" invece no, la nonna le aveva serenamente confermato il suo timore.
Vedendola turbata, la nonna aggiunse: "Non devi preoccuparti, lui è qui da quando io ero ragazzina e non ha mai fatto nulla di male, non devi preoccuparti!" poi tornò ad occuparsi delle sue faccende.
"Ma che storia è mai questa? I fantasmi non esistono!" - pensava Matilde, fra un biscotto e un sorso di latte - E poi, è mai possibile che la nonna ci creda davvero?"
Elaborò quindi un piano d'azione: prima di andare a letto avrebbe legato con dei lacci di cuoio le antine della dispensa dove la nonna teneva le stoviglie e avrebbe cosparso il pavimento di farina tutto intorno alla dispensa ed al tavolo.
"Se è la nonna che si diverte a farmi degli scherzi, questa notte la scoprirò" pensò soddisfatta mentre lasciava la cucina.
Anche quella notte, rumori e scricchiolii riempirono le orecchie di Matilde: avrebbe voluto alzarsi e correre in cucina per cogliere la nonna sul fatto, invece rimase rannicchiata in silenzio nel letto fino all'alba.
Si alzò e raggiunse di corsa la cucina e, accidenti, sulla farina non c'era alcun segno e la dispensa era perfettamente ordinata e chiusa; diede una rapida spazzata, giusto prima che giungesse la nonna per preparare la colazione.
"Buongiorno Matilde - disse la nonna - dormito bene?"
"Mica tanto - rispose Matilde - ancora una volta questi strani rumori mi hanno impedito di riposare. Ma si può sapere di cosa si tratta? Dai nonna, non farti pregare, dimmi , che razza di scherzo è mai questo?!".
"Nessuno scherzo - disse la nonna divertita - te l'ho detto, in casa abita un fantasma!"
"Smettila di prendermi in giro - disse Matilde, un po' seccata - adesso facciamo colazione, che poi devo andare nel pollaio a prendere le uova".
La mattinata passò al solito aiutando la nonna nelle faccende della fattoria, poi dopo pranzo, prese il suo cavallo e corse dal suo amico Giulio, decisa a raccontargli questa strana storia.
Fu così che con grande stupore scoprì che anche lui sapeva dell'esistenza di un fantasma alla fattoria Goldwin, anzi la sua mamma conosceva bene questa storia e sarebbe stata lieta di raccontargliela davanti ad una buona tazza di te.
"È una storia lunga - iniziò la mamma - la fattoria Goldwin molti anni prima era di proprietà dei miei nonni, in particolare vi abilitava lo zio Reginaldo, un buffo personaggio che durante la sua vita non si interessò mai della fattoria ma dilapidò ogni fortuna organizzando feste e banchetti. Proprio durante uno di questi banchetti incontrò un giorno una giovane donna venuta dall'Inghilterra, miss Caroline Goldwin, che sarebbe diventata in seguito sua moglie. Passarono molti anni insieme poi un giorno, all'improvviso, il buon Reginaldo scomparve. Nessuno seppe più nulla di quell'uomo: qualcuno disse che era partito per le Americhe, altri ancora che era stato ucciso per debiti di gioco, sta di fatto che Caroline si ritrovò sola e senza troppi denari in quella fattoria. Abbandonò le frivolezze a cui era abituata, assunse un fattore e tornò a lavorare la terra".
"Caspita - esclamò Matilde - la vecchia zia Caroline di cui mi raccontava da piccola la nonna Adele! Ma cosa c'entra tutto questo con il fantasma?!"
"C'entra eccome! - esclamò Giulio - Il fantasma è quello dello zio Reginaldo!"
"Calma, calma - riprese la mamma - questa è una leggenda, in realtà la vecchia Caroline non aveva tutte le rotelle a posto e si era inventata questa storia del fantasma per non sentirsi troppo sola in casa. In realtà nessuno lo ha mai visto o sentito".
Leggenda o realtà, Matilde decise che avrebbe dovuto approfondire questa faccenda, salutò Giulio, ringraziò la mamma per la storia che le aveva raccontato e corse alla fattoria; si era fatto tardi e sicuramente la nonna stava già apparecchiando la tavola per la cena.
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