LA MAGIA DEI FIAMMIFERI
Fiaba inventata da Chiara, per compito
sul tema: "Rivisitazione in chiave umoristica
di una fiaba nota"
Cari lettori, conoscete la favola della "Piccola Fiammiferaia"? È la storia più strappalacrime che io abbia mai letto! È giunto quindi il momento di raccontarne una versione che, ovviamente, è molto diversa da quella che raccontò Andersen, ma sicuramente è più simpatica e divertente.
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C'era una volta, tanto tempo fa, una regina avara ed egoista che amava sfruttare il suo popolo.
Era sua abitudine pretendere che i sudditi, la notte di Natale, le preparassero il banchetto reale, spendendo fino all'ultimo soldo che lei aveva loro "generosamente" donato per i servigi resi fuori e dentro il regno.
Il rito per la preparazione del banchetto al castello era molto particolare: la regina, seduta sul trono, indossava un pomposo abito rosso pieno di nastri e merletti con portava una acconciatura "a cofana": tanto più alta era la cofana, tanto lei si sentiva importante!
"Quanto sono bella e potente" pensava, ma il popolo aveva tutt'altra opinione di lei.
Ogni volta che un suo suddito si presentava al suo cospetto con una leccornia diversa bisbigliava: "Brutta egoista, che questo arrosto di cinghiale ti possa andare di traverso" oppure "Spero tu possa scottarti la lingua con questa calda minestra, così la smetterai di dire stupidaggini" oppure ancora "Che questa frutta esotica possa diventare marcia nel momento in cui tocchi le tua labbra" e infine "Che ogni boccone di questa dolce torta sia per te un boccone amaro, brutta arpia!".
Era chiaro che la regina era molto amata dal suo popolo.
Poveri sudditi, come ricompensa per i succulenti piatti cucinati, la regina donava loro un fiammifero per accendere la candela sulla loro tavola natalizia, peccato che nessuno di loro possedesse candelabri e candele da accendere e tanto meno tavole imbandite su cui festeggiare il Natale.
La versione completa della fiaba è presente nella raccolta Compiti di Fiaba, disponibile alla pagina I LIBRI >>