IL GIARDINO DEI MISTERI
Siccome avevo preso un altro brutto voto, mio padre mi disse:
- Va bene, allora oggi verrai con me a lavorare. Così vedrai come si fatica!
Mio padre faceva il giardiniere, e andava in giro per i giardini altrui. Andava a potar piante, rastrellare foglie e tagliare erba col suo potente tagliaerba.
Quel giorno doveva occuparsi niente meno del giardino dei terribili Lorchitruci.
I Lorchitruci erano la famiglia più ricca e potente della collina. A me facevano paura due cose di loro: il nome, perché mi veniva da pensare a degli orchi molti truci; e il giardino, appunto, perché era chiuso da una muraglia gigantesca dietro la quale chissà che cosa mai si nascondeva.
In paese spesso si sentiva parlare di loro, a scuola, quando i "piccoli" Lorchitruci arrivavano, tutti noi non vedevamo l'ora di entrare in classe, qualcosa di sinistro sembrava aleggiare intorno a quella famiglia. Di loro non si sapeva niente, la grande casa con giardino e l'alta muraglia l'avevano ereditata da un "non si sa bene chi", e sicuramente arrivati un nebbioso e nefasto giorno di novembre ad occuparla. I "piccoli" non parlavano mai con nessuno, non sapevano la nostra lingua? Non l'ho mai capito. certo che ora era arrivata l'occasione di conoscerli un po' meglio, ero molto curioso di visitare la casa e il giardino, ma lo ero ancora più di vedere i suoi occupanti.
Il tono perentorio di mio padre, il modo con cui mi aveva "proposto" di andare con lui a giardineggiare, non facevano pensare a nulla di buono; da uomo coraggioso e intelligente, un po' svogliato (parole della mia maestra) qual ero, avevo una missione da compiere: la famiglia Lorchitruci non sarebbe più stata un punto interrogativo per me!
La mia insegnante di lettere diceva sempre che si ha paura solo delle cose che non si conoscono. beata lei che era coraggiosissima!!
Armati con gli strumenti del mestiere, io e mio padre andammo alla dimora dei Lorchitruci, ci fermammo davanti ad una cancellata enorme; un omino vestito di tutto punto venne ad aprirci, in vita mia non avevo mai visto delle chiavi così grandi ed una forza così esagerata in un piccolo uomo. c'era già qualcosa di strano.
Mio padre mi guardava con una strana espressione, forse aveva notato qualcosa di diverso in me? La mia missione stava per andare in fumo? Niente di tutto ciò, nella fretta di partire avevo dimenticato di togliermi lo zaino di scuola dalla schiena!
Salendo verso il giardino riuscii a notare che la grande muraglia, alla fine, non era poi così grande e la casa posizionata sulla collina prendeva il sole tutto il giorno; i numerosi vetri delle finestre si illuminavano diventando splendenti, che posto meraviglioso. Finalmente arrivammo al giardino, c'erano moltissime varietà di piante e di fiori, tutte catalogate per origine, provenienza, nome; i frutti delle piante ed il profumo dei fiori mi fecero sentire fortunato di potermi occupare di loro anche per una sola mezza giornata.
La famiglia Lorchitruci ci venne incontro, i genitori con i due figli ci fecero fare un giro nel grandissimo giardino, spiegandoci le cure di cui avevano bisogno le loro piante. I figli, che scoprii non essere muti e parlare perfettamente la nostra lingua, ci aiutarono nel lavoro.
Il tempo passò velocemente, mio padre rimase molto soddisfatto, ma soprattutto si stupì del mio interesse per i fiori. Nel giardino c'era racchiuso il mondo, dall'India all'Africa ed ogni posto più nascosto della terra. Ogni fiore o pianta aveva una sua storia e, legata ad essa, gli abitanti del posto avevano delle leggende. Ascoltare il signor Lorchitruci raccontarle mi affascinava, mi faceva viaggiare con la fantasia e i profumi che aleggiavano nel giardino mi aiutavano a sentirle quasi reali.
La versione completa della fiaba è presente nella raccolta Tempo di Racconti, disponibile alla pagina I LIBRI >>