IL PRINCIPE DELLE SIRENE
Nelle profondità del mare viveva Tristano, il principe delle sirene.
Egli abitava nel castello di re Tritone e le sue giornate passavano felici e spensierate, giocando con i suoi simili e con tutti gli animali del mare.
Tristano cresceva, ed un giorno il re lo chiamò e disse: “Tristano, figlio mio, tu sei il principe delle sirene ed un giorno dovrai prendere il mio posto. Ma per poter governare tu dovrai conoscere tutto del mare e dei suoi abitanti.” Tristano rimase dapprima un po’ perplesso, poi disse “Va bene, padre. Partirò oggi stesso e tornerò quando avrò visitato tutti i mari e gli oceani”.
Il giorno dopo Tristano lasciò il castello e si avventurò nei mari: vide diverse specie di pesci mai viste, alcuni piccolissimi, altri molto grossi, alcuni belli e alcuni brutti, alcuni molto colorati altri meno.
Finché un giorno, mentre nuotava in acque calde e cristalline, vide in lontananza una sirena. “Quanto tempo che non vedo una sirena – pensò Tristano – e cosa ci farà così lontano dal nostro regno”.
Con un paio di possenti colpi di pinna le fu vicino ed esclamò: “Ehi, sirena! Ciao. Come mai sei così lontana da casa tua?” “Ciao – rispose la sirena – io sono Sara e non sono lontana da casa. Io abito qui. E tu chi sei?” “Come chi sono io – disse Tristano un po’ indispettito – io sono il principe delle sirene, figlio di re Tritone, sovrano del regno delle sirene. E poi, cosa vuol dire che tu abiti qui? Tutte le sirene vivono nel nostro regno, lontano da dove siamo ora.” “Oh, scusa principe Tristano. – disse sorridendo la sirena – non era mia intenzione offenderti. Ma vedi, io non sapevo nemmeno dell’esistenza di un regno delle sirene. Io sono sempre vissuta qui”.
In realtà Sara non era una sirena, era una fata, ma non volle rivelarlo subito a Tristano. “Sarà un gioco divertente – pensò Sara – continuerò a fingermi una sirena e vedremo quello che succede”. “Allora, principe Tristano – continuò la sirena – come mai vi siete allontanato così dal vostro regno?” “Sto visitando tutti i regni marini, alla scoperta di tutte le creature del mare: devo farmi un’esperienza, prima di diventare re” disse compiaciuto il principe.
“Ma è magnifico – disse Sara – venite a riposare da me oggi. Domani potrete poi ripartire, e se non vi darà fastidio, gradirei aggregarmi a voi. Anch’io ho sempre sognato di visitare tutti i mari”. Tristano accettò volentieri l’invito di Sara, ed anche l’idea di continuare il viaggio con lei non lo lasciava indifferente “Va bene – disse allora Tristano – accetto volentieri l’invito” e si avviarono verso la casa di Sara.
Lì si rifocillarono e riposarono, così che il giorno dopo entrambi erano pronti a ricominciare il viaggio: Tristano e Sara erano felici di intraprendere insieme questa avventura.
Nuotarono insieme per giorni e giorni, visitarono tanti luoghi nuovi e conobbero molte altre creature del mare, finché un giorno videro da lontano uno strano palazzo: “Mi sembra un posto interessante – disse Tristano – andiamo a vedere di che cosa si tratta”.
Ma Sara era titubante: “È il palazzo delle piovre giganti. Non mi sembra una buona idea avvicinarci troppo”. Ma il principe insisteva “Forza! Dai! Andiamo!”.
Intanto, all’interno del palazzo, il re delle piovre aveva riunito nella grossa sala da pranzo i suoi principi e stava vivacemente protestando: “Possibile che in questo palazzo non ci sia niente che funzioni? Il pranzo non è mai pronto, le stoviglie sul tavolo sono sporche e la tovaglia è la stessa da mesi. Per non parlare dei pavimenti che sono sempre sporchi! Possibile che non troviamo nessuno a cui far fare questi lavori?”
“Ma signore – diceva uno dei principi – le piovre sono impegnate nella caccia e nella difesa del castello, la servitù è scappata e non troviamo nessuno disposto a lavorare per noi”. “Se non vogliono venire – diceva sempre più arrabbiato il re – li costringeremo con la forza! “
Proprio in quel momento Tristano e Sara stavano bussando alla porta. “Chi siete? – chiese rude il guardiano – Cosa volete?” “Siamo due sirene – rispose Tristano – e volevamo conoscere chi abitava questo castello. Potete darci ospitalità per questa notte?” “Aspettate – disse il guardiano – Devo avvisare il re!” “Scusate, mio sovrano” disse il guardiano entrando nella sala dove erano riuniti il re ed i principi “ci sono due sirene alla porta che chiedono ospitalità”. Ma il re rispose sprezzante “Cosa vuoi che mi interessi chi c’è alla porta! Io non dò ospitalità a nessuno! Cacciatele via!”. “Come desiderate” disse il guardiano.
Ma subito dopo il re ci ripensò, e con un sorriso beffardo richiamò il guardiano dicendo “Ho cambiato idea, fatele entrare”. E poi, rivolgendosi ai suoi commensali disse ridendo: “Direi che abbiamo risolto i nostri problemi di servitù”. E tutti risero fragorosamente.
“Prego, accomodatevi – disse il guardiano – il re vi sta attendendo. Sarete suoi graditi ospiti al banchetto”.
Tristano e Sara entrarono nella grande sala e furono accolti dalle piovre con cordialità, fu offerto loro del cibo e tutto sembrava procedere per il meglio, quando all’improvviso le due sirene caddero in un sonno profondo.
La versione completa della fiaba è presente nella raccolta Fiabe di Terra e di Mare, disponibile alla pagina I LIBRI >>